Teatro Sociale – Stagione di danza

icona Cenerentola

Sabato 21 aprile ore 21 In prima nazionale “Cenerentola” con la compagnia Fabula Saltica

La Stagione di Danza del Teatro Sociale di Rovigo chiude con una prima nazionale: “Cenerentola” che la compagnia Fabula Saltica porterà in scena sabato 21 aprile alle 21.

La Stagione è promossa dall’assessorato alla Cultura in collaborazione con Ente Rovigo Festival.

“Siamo orgogliosi – ha detto l’assessore alla Cultura Alessandra Sguotti -, di presentare questo spettacolo, evento clou della Stagione di Danza che si chiude proprio con una messa in scena tutta nostra con la compagnia Fabula Saltica diretta dal maestro Claudio Ronda. Ringrazio Fancy grafica che ha portato avanti con Milena Dolcetto, la campagna di promozione e chi ha collaborato per la realizzazione di questa Stagione che ha avuto molti consensi. Tra le novità di quest’anno, le presentazioni all’interno delle attività commerciali con l’obiettivo di intensificare sempre più i rapporti tra loro e la città”.

La presentazione di Cenerentola si terrà domani mercoledì 18 alle 18 nel negozio di Annamaria Boutique in Corso del Popolo sotto palazzo Ina.

Uno spettacolo pop, come ha evidenziato Ronda, innanzitutto per le musiche “Gioachino Rossini era il musicista più pop dell’epoca ed è sempre attuale. Anche un compositore super moderno per i ritmi molto avanti per l’epoca. Abbiamo colto tutti i suoi aspetti cercando di trasferirli in questo spettacolo che alterna musiche composte da Simone Pizzardo.

Inizialmente la messa in scena è focalizzata sulla solitudine e la tristezza di Cenerentola, con una lettura in chiave moderna dove non manca il lieto fine”.

 

Una moderna Cenerentola sulle musiche di Rossini

È ispirato ad una nuova visione della trama e dei personaggi il balletto “Cenerentola”, una storia italiana, il cui debutto in prima assoluta, al Teatro Sociale di Rovigo, è previsto sabato 21 aprile, alle 21.

In sintonia con le scene e i costumi di Antonio Petris e per i dieci danzatori della compagnia Fabula Saltica, da lui guidata, il coreografo Claudio Ronda ha immaginato una sobria situazione fantastica, prosciugata da ogni eccesso. Se la tradizione, da Giambattista Basile a Perrault e i Grimm, assegna a Cenerentola un ruolo passivo, per il pubblico e le giovani generazioni di oggi la fiaba della giovane orfana, bella, pura, gentile, maltrattata dalla famiglia adottiva, infine prescelta da un principe, non sembra del tutto convincente.

Nel proprio allestimento, Claudio Ronda “rovescia” il concetto dell’affermazione raggiunta solo nella sofferenza, e stabilisce invece una stretta relazione e una sintonia con la sensibilità, le conquiste sociali e personali, “l’aria” del nostro tempo. L’essenza della storia rimane, anche se la fata madrina diventa una abile sarta. Non ci sono però le zucche, né i topi disneyani. Invece della pantofola di vetro, c’è una giovane più vicina al mondo reale, non più una vittima ma una donna, consapevole protagonista delle proprie scelte.

La Cenerentola di Ronda, seppure ancora subordinata rispetto alla matrigna e alle due perfide sorellastre, personaggi deliziosamente comici, conserva, intatta, la sua trasognata dolcezza, la grazia, il fascino e l’idealismo adatti al ruolo.  Qualità che condurranno all’immancabile lieto fine. Il personaggio, anche se “gioca” con il meraviglioso e il sovrannaturale, interpreta a suo modo il Grande Libro Illustrato della Fantasia: assume accenti familiari, quasi quotidiani,  immersa in una visione di umana semplicità, guidata dal ricordo della madre, e traccia un suo percorso, alla ricerca di un amore sincero. Perché Cenerentola, come insegna Prokofiev, “non è solo un personaggio da favola, ma è un essere vivente: soffre, vive, e il suo destino ci commuove sempre”.

Il balletto è anche un sentito omaggio all’arte di Gioachino Rossini. Per la colonna sonora, Ronda utilizza pagine scelte da varie opere buffe del compositore pesarese: da “Il Barbiere di Siviglia”, “L’Italiana in Algeri”, “Il Turco in Italia” e la stessa “Cenerentola”. Sono tutte prive delle parti vocali, ma piene dell’ironia e dello smalto che celebrano ovunque il profilo e lo stile di Rossini: per il brillio dei ritmi, l’estrosità delle melodie, la cura dei particolari e della strumentazione. Con quelle, sono utilizzate in contrappunto altre composizioni dello stesso autore. Sono brani per pianoforte solo o ensemble da camera, estratti dalla raccolta dei “Péchés de vieillesse (“Peccati di vecchiaia”); conservano il chiaro gusto romantico e il tono di luminosa malinconia più adatti ad una favola, nella quale la gentile, indulgente Cenerentola trionfa con il garbo e l’incanto della sua freschezza e della sua onestà.