Arte e Cultura

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Rovigo: Due Torri

Sono il primo simbolo della città di Rovigo, testimonianze dell’antico castello medievale: Torre Donà, la più alta, e Torre Grimani detta Torre Mozza, circondate dai resti della cinta muraria. La nobile famiglia d’Este di Ferrara fece fortificare la città di Rovigo nel Medioevo e fece costruire un castello insieme alle torri di difesa.

Rovigo: Palazzo Angeli

Situato di fronte alle Due Torri, il palazzo nobiliare fu donato nel 1876 al comune di Rovigo dal conte Domenico Angeli. Nel corso dell’800 il palazzo è stato dimora di ospiti illustri tra i quali: Carlo IV di Spagna nel 1815, Francesco I d’Austria nel 1819, Aleksandra Fёdorovna imperatrice di Russia nel 1846, Francesco Giuseppe I d’Austria nel 1856. Il palazzo è la sede rodigina della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara.

Rovigo: Palazzo Roverella

Commissionato dal cardinale Bartolomeo Roverella nel 1474, con la sua mole imponente, l’edificio testimonia il grande prestigio della famiglia. Oggi è sede permanente di parte della ricca Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile. Da oltre 10 anni, Palazzo Roverella ospita, inoltre, mostre d’arte temporanee di grande importanza e successo di presenze.

Rovigo: Palazzo Roncale

Commissionato nel 1555 dalla famiglia Roncale e realizzato dall’architetto Michele Sanmicheli, ha una pianta simile a quella di altri palazzi nobiliari veneziani. All’interno sono esposte alcune opere pittoriche e scultoree di famosi artisti originari del Polesine (tra gli altri Mattia Bortoloni, Virgilio Milani ecc) e due arazzi di scuola fiamminga. Il palazzo di proprietà della Fondazione Cariparo è sede di convegni e di mostre temporanee.

Rovigo: Palazzo Venezze

E’ uno dei palazzi più importanti della città, commissionato dal conte Stefano Venezze all’architetto polesano Agostino Ghiotti che costruì un edificio elegante con facciata neoclassica. Maria Giustinian Venezze donò il palazzo al Comune intitolandolo a suo padre Francesco Antonio. Il palazzo è attualmente sede del Conservatorio statale musicale “Francesco Venezze” di Rovigo.

Rovigo: Accademia dei Concordi

Istituita nel 1580 è l’istituzione culturale più importante della città e rappresenta un punto di riferimento costante per il territorio della provincia di Rovigo, e non solo, con le sue innumerevoli attività di promozione della cultura e delle arti. L’Accademia è sede della Biblioteca, ricca di oltre 300.000 documenti e di una Pinacoteca con più di 400 opere di arte veneta dal sec XIV al sec. XVIII.

Rovigo: Salone del grano

Situato nel corpo centrale della Camera di Commercio di Venezia-Rovigo, il salone sbalordisce per la sua grande volta a botte vetrata, costituita da riquadri di vetro sostenuti da una struttura in legno e ferro, e il pavimento a mosaico. Dal 2014, dopo un’attenta ristrutturazione, il Salone del Grano è diventato spazio per meeting ed eventi.

Rovigo: Teatro Sociale

Riconosciuto tra i teatri italiani di tradizione, è punto di riferimento di molti appassionati di lirica non solo residenti. Eretto fra il 1817 ed il 1819, rispecchiando la convinzione dell’epoca che considerava il melodramma come il genere di spettacolo meritevole della massima considerazione, è la migliore testimonianza della melomania dei rodigini fin dal ‘600.

Rovigo: Tempio della Beata Vergine del Soccorso detta “La Rotonda”

E’ il secondo simbolo di Rovigo, vero gioiello dalla pianta ottagonale, all’interno sorprende con un doppio ciclo pittorico del ‘600 costituito da 22 grandi tele che celebrano i Podestà o provveditori veneziani che si sono susseguiti a capo della città e 8 tele che raccontano le storie di Maria, oltre all’altare dedicato alla Madonna come segno di devozione per i 115 eventi ritenuti prodigiosi.

Rovigo: Museo dei Grandi Fiumi

Situato all’interno del Monastero degli Olivetani, complesso architettonico del XIII sec, il Museo raccoglie materiali archeologici, provenienti da raccolte effettuate nel Medio e Alto Polesine, che documentano la storia del Polesine dall’età del Bronzo al periodo rinascimentale. Interessante anche per i bambini per la presenza di bellissimi allestimenti scenografici e videoclip.

Adria: Museo Archeologico Nazionale

Immerso in un parco alberato, il museo illustra la straordinaria storia di un territorio che ha rappresentato nell’antichità lo snodo dei rapporti tra il mondo mediterraneo, l’Italia settentrionale e la cultura centro europea. La sua importanza è testimoniata dalle ricche collezioni conservate che comprendono bronzi e gioielli etruschi, ceramiche attiche a figure nere e a figure rosse e una straordinaria raccolta di vetri di epoca romana famosi a livello internazionale.

Fratta Polesine: Museo Archeologico Nazionale di Fratta

Ospitato nelle barchesse di Villa Badoer, raccoglie i reperti frutto di oltre 40 anni di ricerche in Polesine, tra i più considerevoli in ambito europeo, riconducibili ai villaggi che popolavano l’antico fiume tra il XII e il X secolo a.C.  I manufatti più importanti risalgono al villaggio di Frattesina e alle due necropoli ad essa correlate rinvenute in località Narde e Fondo Zanotto.

Fratta Polesine: Casa Museo Giacomo Matteotti

Dal 2017 è monumento nazionale, ospitando ambientazioni originali e immergendo il visitatore nella vita privata e politica di un grande protagonista della storia italiana del Novecento che deve al suo paese d’origine, Fratta Polesine, la maturazione del suo impegno politico. Il percorso raccoglie nei primi due piani arredi e oggetti di vita familiare e professionale. Nel sottotetto, un moderno allestimento museale ci accompagna nel percorso umano e politico di Giacomo Matteotti.

Lendinara: Santuario della Beata Vergine del Pilastrello

La storia del santuario è legata ad una serie di eventi straordinari attorno ad una scultura della Beata Vergine con il Bambino, scolpita in legno d’olivo. Era il 9 maggio 1509 quando nelle prime ore del mattino, successivo ad un grande temporale, Matteo Brandolese rimase estasiato dal bagliore proveniente dalla statua della Madonnina. Il Santuario nei secoli si è arricchito di opere d’arte di scuola veneta (Paolo Veronese, Tintoretto, Morlaiter e Marchiori)

Lendinara: Palazzo Boldrin

Il palazzo venne edificato nella prima metà del ‘500 da Vincenzo Malmignati, nobile cavaliere della Serenissima e nel ‘700 il palazzo passò alla famiglia Conti e poi a quella dei Boldrin. Il piano nobile del palazzo dal 2016 è sede della Cittadella della Cultura con la Biblioteca civica che custodisce libri del 500 e 600. Il piano superiore ospita, inoltre, il Museo del Risorgimento dove si racconta l’impegno civile e politico del lendinarese Alberto Mario e la moglie inglese Jessie White.

Lendinara: Villa Dolfin-Marchiori

Durante la Repubblica Serenissima furono costruite molte ville signorili in Polesine. Anche questa dimora del ‘500 presenta chiare matrici veneziane. Sul lato posteriore si sviluppa un immenso parco romantico, ideato nell’800 da Giuseppe Jappelli. D’estate il parco diventa scenario incantevole di eventi tra cui il Festival “Tra Ville e Giardini” che contribuisce a farla conoscere ad un pubblico nazionale.

Badia Polesine: Abbazia Vangadizza

La nascita dell’abbazia viene ricondotta alle donazioni del marchese Almerico di Mantova  e di sua moglie nel 954. Nel 1213 l’abbazia iniziò a seguire l’ordine camaldolese, immediatamente soggetta alla Santa Sede. La regola camaldolese non prevedeva la cura pastorale così si svilupparono molte attività culturali con la creazione della biblioteca e di una scuola per lo studio della filosofia, teologia, canto sacro, arti e scienze.

Badia Polesine: Teatro e Collezione Balzan

Il Teatro Sociale Eugenio Balzan, costruito nel 1813, è un piccolo gioiello tanto da meritarsi il titolo di “piccola Fenice” per le decorazioni presenti, frutto del gran lavoro di Francesco Saraceni e Giovanni Abriani. Il ridotto del teatro ospita una raccolta di dipinti costituita da opere di fine Ottocento, di grandi esponenti della pittura italiana, come Morelli, Bianchi, Palizzi, Favretto,  Fattori e De Nittis.

Fratta Polesine: Villa Badoèr – patrimonio UNESCO

Progettata da Antonio Palladio e costruita tra il 1556 e il 1563 su commissione di Francesco Badoer, è la prima villa in cui l’architetto vicentino utilizza pienamente un pronao con frontone in facciata. Le sale del piano nobile sono finemente decorate da grottesche di bellissima invenzione dal Giallo Fiorentino.

Le elegantissime barchesse curvilinee sono le uniche concretamente realizzate da Palladio fra le molte progettate e la loro forma richiama braccia aperte ad accogliere i visitatori…ancora oggi.